sabato 31 maggio 2008

'68 e oltre

Nel 1968 vi fu a Roma un grande concerto rock, Rome Pop Festival 1968, con la partecipazione delle maggiori stars degli anni '60.

Vedi il Video 1 (Captain Beefheart), il Video 2 (Donovan), e il Video 3 (l’arrivo di Hendrix a Roma), riportati nel link di cui sopra.

Nella foto: Jimi Hendrix.

E così anche a me viene voglia di ricordare il '68 e oltre, perchè ... successe un '48 contro un sistema sociale imbottigliato verso la guerra e i colpi di stato.

Ognuno avrà avuto le sue preoccupazioni, è vero, ma alcuni fatti andrebbero ricordati prima di passare al commento dei film che ne interpretano alcuni momenti, e liquidare superficialmente quell'epoca come gli "anni di piombo" che, in realtà, dovrebbero essere ricordati come gli anni dei golpe (all'estero), dei tentati golpe, delle bombe e delle stragi in Italia, detti anche della strategia della tensione.


Come, ad esempio, e per ricordare solo le maggiori, la strage di Piazza Fontana a Milano (1969, 16 morti; colpevoli: ignoti), la strage di Piazza della Loggia a Brescia (1974, 8 morti; indagati: Delfo Zorzi, e altri, di Ordine Nuovo), la strage sul treno Italicus (1974, 12 morti; colpevoli: ignoti), la strage alla stazione di Bologna (1980, 85 morti; colpevoli: Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, entrambi neofascisti; 10 ergastoli e 250 anni di cercere al primo, 9 ergastoli e 84 anni di carcere alla seconda; entrambi in semilibertà da circa 10 anni).

E tutto questo, ovviamente, non era che una parte delle preoccupazioni a sinistra, poichè con i colpi di stato fascisti in Cile e in Grecia, ed il regime imperialista reazionario in Persia, nonchè il regime fascista in Spagna (che sottopose a garrota nel 1974 un giovane ventenne, fatto che sconvolse letteralmente la civiltà europea) e l'altrettanto feroce regime fascista in Portogallo (caduto nel 1974), ad esempio, a Firenze, dove studiavo, ogni tanto spariva un militante antiregime greco, persiano o cileno, senza che se ne sapesse più niente.

Dicano pure quei commentatori, sempre pronti a edulcorare le cose rivoltanti della storia, se un giovane di vent'anni a quell'epoca poteva starsene a guardare alla finestra. O se non dovesse sentirsi mobilitato dal senso civico che anche la costituzione richiamava, e richiama, contro il fascismo? Non so a destra, ma a sinistra nessuno che abbia vissuto quegli anni vorrebbe che si ripetessero.

A sinistra: Puig Antich, garrotato nel 1974 dal feroce regime spagnolo del Generalissimo Franco (a destra).

giovedì 29 maggio 2008

Riflessioni antropologiche sulle borgate romane

Che le borgate romane siano abbandonate a se stesse non è una novità. Manca un efficiente servizio di pulizia dei luoghi pubblici. I trasporti sono pessimi, per cui ad un minor costo delle case corrispondono maggiori tempi di percorrenza che si scaricano sui cittadini, mentre i maggiori costi del servizio sono sostenuti dalla collettività. L'aria è inquinata, specialmente sulle strade principali e in corrispondenza dei semafori che sono fitti.

Un servizio di polizia non c'è e qualcuno tenta di fare da solo. Lo stato non presta questo servizio nei quartieri poveri e periferici, la sicurezza risulta un servizio riservato solo ai quartieri bene. Questo è un altro modo di concentrare la ricchezza, se la sicurezza, come lo è, deve intendersi una ricchezza per chi ne gode. E' un pò come nella sanità che non è un servizio allo stesso modo per tutti i cittadini. E' come nella scuola pubblica, dove la periferia presenta le scuole meno dotate e al centro, al contrario, sono ben dotate perchè frequentate dai figli della piccola borghesia rampante ed esigente.

Non c'è nemmeno un servizio di polizia antidroga, per cui il traffico di droga e lo spaccio avvengono quasi alla luce del sole. Basterebbe un minimo di intelligence per mettere alle corde questo tipo di delinquenza. Anche la prostituzione avviene alla luce del sole e dei lampioni nonostante le segnalazioni e la mobilitazione dei residenti. Se poi c'è la miscela di droga e prostituzione e, maragi, il furto, la faccenda si complica molto. Ci si limita a qualche retata che sembra più fatta a scopo consolatorio che per colpire gli effettivi mandanti, almeno quelli di primo livello. Grande rumore per qualche giorno dopo il fattaccio per farsi registrare dai media, i quali accontentano l'opinione pubblica, poi calma piatta fino al prossimo fattaccio, sapendo che non tarderà e, se per caso tarda, allora è meglio non indagare per niente, vuol dire che le cose se le risolvono da solo gli interessati.

L'educazione alla legalità nelle scuole o le dichiarazioni dei politici sulla necessità del ripristino della legalità paiono una vuota espressione verbale, dal momento che i cittadini e, peggio ancora, i bambini e i giovani vedono scorrere incessantemente, dalla nascita fino alla maturità e alla vecchiaia, un ambiente fatto di soprusi e intimidazioni e, talora, anche la presenza minacciosa della polizia che, ovviamente, in un tale contesto non può badare per il sottile.

Alcune riflessioni di carattere antropologico sarebbero necessarie relativamente alla vita delle periferie delle grandi e medie città italiane anche in relazione alla presenza di cittadini di altri paesi, comunitari e non, clandestini o regolari che siano. A Roma, ad esempio, ma non è diverso nelle altre città medie e grandi, ci sono centinaia di queste sacche dove c'è una vita civile alterata, una vita civile o, meglio, incivile, dove si formano dei gruppi che si sentono progressivamente sempre più padroni del territorio ed esercitano in modo sempre più sfacciato questa podestà, in primo luogo ai danni dei residenti locali che, invece, con il tempo si erano assestati su una convivenza da paese di campagna e, in secondo luogo, anche con chi si trova a passare di li per caso.
Negli anni '60 e '70 i protagonisti di questo spadroneggiare erano gli immigrati giovani arrivati dalle regioni italiane più povere che nel corso degli anni '70 e '80 si sono integrati con il lavoro e con la formazione della famiglia che ha fatto da "stabilizzatore", dietro i genitori anziani bisognosi di aiuto e davanti i figli da allevare. Oggi tale fenomeno riguarda i nuovi immigrati dal sud del mondo come dall'est Europa, fenomeno iniziato prima con i polacchi nei primi anni '90 (lavavetri), dopo la caduta del muro, e proseguito con i cinesi, gli albanesi, gli indiani, e gli altri immigrati dall'Africa. Oggi siamo nel pieno del fenomeno, a 10-15 anni dal suo inizio, e non è detto che si esaurisca nell'arco di altri 5-10 anni, poichè vi sono intere aree geografiche nel mondo, con miliardi di persone che hanno l'aspettativa di immigrare in una regione "ricca", mentre negli anni '60-70 questa aspettativa era limitata agli abitanti di 5-6 regioni italiane.
Se allora il fenomeno si è esaurito nell'arco di 20 anni, oggi non ne è prevedibile l'esito. Alla globalizzazione dell'economia e, soprattutto, delle risorse energetiche, infatti, si è aggiunta la globalizzazione del crimine organizzato come pure la globalizzazione dei cosiddetti interventi di "polizia internazionale" (come ebbe a definirli Andreotti) da parte del blocco occidentale, fatto di occupazione militare in aree economicamente strategiche del pianeta. Le intuizioni di Spengler del 1917 sembrano progressivamente attuarsi.

Per il momento si propongono alcune testimonianze a scopo di riflessione.
* Pigneto, la borgata amata da Pasolini in equilibrio tra ... . Ritratto un pò mieloso del quartiere (da repubblica.it del 25-5-08) Articolo
* Intervista al responsabile dell'aggressione etnica al Pigneto di Roma del 23 maggio scorso (da repubblica.it) Articolo Video Foto
* Intervista ad abitanti del quartiere Pigneto a seguito dell'aggressione (da repubblica.it, 29-5-08) Video
* Su Dario Chianelli il Pigneto si divide 'Ha sbagliato, ma qui c' è rabbia' (da repubblica.it, 30-5-08) Articolo
* L'intervista a Chianelli dopo essersi presentato alla polizia e il commento di un giornalista (YouTube) Video
* Le dichiarazioni di un cittadino e di un amministratore sui problemi del Pigneto (YouTube) Alla stessa pagina sono presenti numerosi altri video sul quartiere Video
* Rivelazioni di un giovane della banda del Pigneto sul clima pesante, con l'alcol e lo spaccio di droga (da repubblica.it, 30-5-08) Articolo
* E ora parte il 'Pigneto Tour' 'reality' sui luoghi del raid (da repubblica.it) Articolo del 31 maggio
* Via i transex dal Prenestino, la protesta dei residenti (da repubblica.it) Articolo del 18 maggio 2008
* Intervista del 21 maggio 2008 ad un operaio edile di una borgata romana e il difficile rapporto con il vicino campo nomadi (da mentecritica.net) Articolo

Altre notizie sono state raccolte da archivioviolenza.blogspot.com

Sull'aggressione del Pigneto occorre precisare i fatti, anche rispetto al precedente post del 23 maggio scorso in questo blog.
C'è uno scippo: il portafogli di una signora, che è la ex moglie di Dario Chianelli, viene trattenuto da un extracomunitario che non è estraneo al mondo dei piccoli spacciatori. Chianelli, sollecitato dalla signora, ne pretende la restituzione, mentre l'extracomunitario, con senso di sfida e di affronto, continua a trattenerlo, con l'evidente scopo di umiliare il Chianelli che deve presentarsi più volte secondo le indicazioni del primo.
Alla fine a Chianelli saltano i nervi e, siccome sia lo scippo che lo scippatore sembrano essere conosciuti nel quartiere, quando costui si presenta a volto scoperto all'extracomunitario per dare una specie di ultimatum per la restituzione del portafogli, gli si accodano alcuni giovani del quartiere a volto coperto che fanno scempio di diversi negozi, tutti gestiti da extracomunitari.

E' su questi elementi che occorre riflettere e capire il clima del luogo e i sentimenti che muovono le persone coinvolte: 1) la percezione che gli abitanti del Pigneto hanno rispetto alla sicurezza da scippi e furti, che sembra essere migliorata molto negli ultimi 15 anni; 2) l'extracomunitario sicuro di sé, detentore del portafogli, che il Chianelli rivuole; 3) il Chianelli con il suo passato e la sua amata presenza odierna nel quartiere; 4) l'ambiente del locale dove si incontrano più volte, e quello del bar che funge da ritrovo della comunità; 5) i giovani del quartiere che si sono aggregati spontaneamente al Chianelli senza essere sollecitati da questo e che poi eccedono nell'azione di sfida e intimudazione; 6) le testimonianze di solidarietà al Chianelli degli abitanti del quartiere raccolte dai cronisti qualche giorno dopo lo svolgimento del fatto.

Foto in alto: la corte di un condominio degli anni '70 al quartiere Prenestino di Roma. In basso: momenti del ritorno del Chianelli al quartiere Pigneto (da Repubblica, 30 maggio 2008).

martedì 27 maggio 2008

La cultura del manganello - La Sapienza, Roma 26-5-08

Dopo la "politica del manganello" si sentiva la mancanza della "cultura del manganello". Il guttalax? Roba da giovincelli. A quando l'olio di ricino?

lunedì 26 maggio 2008

I rifiuti del manganello - Chiaiano (NA), 24-5-08

La polizia al servizio del cittadino, recitava una pubblicità televisiva.
Nella pubblicità! Solo nella pubblicità! Poi qualche spacciatore lo acchiappano pure, ma i trafficanti ... e i bidonatori tipo Parmalat ... e i banchieri d'assalto ...
Adesso, caro Bassolino, che hai chiamato in aiuto il destro governo, Berlusconi ti manda saluti.
Queste mazzate aspettano una contropartita.

(vedi il video "Dalle Ecoballe alle Ecomazzate")
(vedi il video Campania. J'accuse, con foto, una canzone di Fabrizio De Andrè e un'intervista a Indro Montanelli degli anni 1995-96)

Nella foto: il Presidente del Consiglio dei Ministri On. Cav. Silvio Berlusconi.

domenica 25 maggio 2008

La giustizia del manganello - Pigneto, Roma 23-5-08

Picchiatori - Il nuovo stile (un pò vecchiotto però)

Roma, raid neonazista
(24 maggio 2008)
E' accaduto nel quartiere multietnico del Pigneto. Un gruppo di giovani armati ha danneggiato negozi e pestato un barista del Bangladesh. Simona Zappulla, cronista dell'Agi, si trovava per caso nella zona. Ecco il suo racconto a Radio Capital.

Le immagini di Repubblica.it, l'articolo con la dichiarazione di Alemanno ed i commenti dei lettori. Sembra un facsimile dell'aggressione del 19 aprile scorso al circolo Mario Mieli di Roma, o di quella del 25 aprile in piena campagna elettorale di Roma per il ballottaggio, o di alcune anche in altre città.

Chi ha lanciato il sasso e nascosto la mano?

Tranquilli ragazzi! Il fascismo è cosa vecchia: non c'è più - parola di Fini. E poi siamo garantiti: anche Alemanno dice: Punire i responsabili in modo esemplare.

E' la storia che si ripete? Ma no! ... qui è tutto diverso ... mica se la prendono con gli ebrei! Tanto ormai sono camerati anche loro (verso i palestinesi), anzi, pure di più dei fascisti del Ventennio. Parlo dei governi, naturalmente. Ai palestinesi non li mettono al forno, ma gli tolgono l'acqua potabile e, per evitare che bevano gratis, gli bombardano i pozzi e le cisterne che stanno sui residui territori palestinesi. Un pò come i romani facevano agli etruschi: gli avvelenavano i pozzi gettandoci dentro una carcassa di pecora morta e in putrefazione.

P.S. - Una domanda impertinente, anzi, due: 1) chi era quel tale, di età avanzata rispetto agli imberbi picchiatori, che comandava il gruppo dando ordini dai marciapiedi di Pigneto (secondo le testimonianze dei presenti)? 2) E perchè il 113, chiamato proprio all'inizio dell'aggressione, come riferiscono i testimoni sulla stampa, pare non abbia dato segni di vita?

Se c'è da trarre una conclusione (parziale ... si sa) da indirizzare alla destra è che è meglio non soffiare su questi fuochi, nè fare doppi giochi, altrimenti la maschera del "fascista sdoganato" cadrà presto. Non pare, infatti, così casuale la vittoria delle destre alle due elezioni recenti (nazionali e romane) ed il risorgere di fenomeni di intolleranza politica ed etnica. Che siano camerati che sbagliano?

Un invito ai blogger che ne avessero voglia e tempo: raccogliere in un sito tutti gli episodi di aggressione di tipo politico e xenofobo, di qualunque colore, apparsi sul web.

Il gruppo di foto in alto è tratto da Repubblica.it. Sotto: una vignetta che illustra la complessità della situazione.

mercoledì 21 maggio 2008

Sulle regole - Contributo alla riflessione per Gherardo Colombo


Il libro di Gherardo Colombo, Sulle Regole, presenta ... (stiamo lavorando per voi)

domenica 18 maggio 2008

Totonno, Rosetta ... e ò Malafemmeno

Bassolino: L'unica possibilità che abbiamo è legata alla collaborazione con il governo.
Si deve far nascere un partito trasversale del sì, che finora è stato più debole di quello del no.
Io mi muoverò in questo schema di collaborazione e lealtà.
Sono fiducioso che il governo farà lo stesso, neanche a Berlusconi interessa una destabilizzazione della situazione a Napoli.

Intanto nel fine settimana in Campania e a Napoli sono continuate le proteste da parte dei cittadini contro l'emergenza rifiuti. Solo stanotte sono stati 120 in tutta la Campania - di cui un centinaio a Napoli - gli interventi dei vigili del fuoco chiamati a spegnere roghi di cumuli di spazzatura.

Qui l'inciucio sarà totale: Bassolino, monnezza, camorra, Berlusca, appalti. I napoletani saranno strangolati del tutto, si beccheranno discariche e inceneritori e i rifiuti staranno per strada ancora per 10 anni.

Intanto le conseguenze sulla salute sono imprevedibili per la paurosa miscela di inquinanti cui sono sottoposti i cittadini e tutto l'ambiente in generale.

In alto: la rielaborazione di un manifesto affisso per le vie di Napoli.
In basso: ironia della sorte in un manifesto pubblicitario di Napoli.

venerdì 16 maggio 2008

Uolterloo e l'arte della guerra

Offri al nemico un’esca per attirarlo; fingi disordine fra le truppe, e colpiscilo.
(è quel che ha fatto e farà Berlusca del nostro, impallinando tutti con l'esca delle riforme istituzionali, come ha fatto fin dal suo primo governo e, giù giù, anche con i governi del centro-sinistra; riforme che non interessano un fico secco agli italiani, ma che sviano l'attenzione dai problemi veri della politica e dell'economia, come faceva Craxi che puntava il dito sul nemico PCI per nascondere la corruzione generalizzata del sistema sotto la sua gestione)

In genere per le operazioni belliche sono necessari un migliaio di carri da guerra veloci tirati da quattro cavalli, un migliaio di carri trasporto coperti e centomila soldati.
(qui c'era solo un pullman e nessun soldato, solo generali a migliaia, e tutti famelici del bottino di guerra, come Mussolini quando si accodò a Hitler in Africa, poi in Russia, ecc., e poi c'è rimasto secco il 25 aprile)

Dove si trova un esercito, i prezzi salgono. Dove i prezzi salgono, la ricchezza del popolo si esaurisce. Quando la ricchezza si è esaurita i contadini troveranno insopportabile la pressione fiscale.
(un esercito di soli generali non combatte nè guerre nè battaglie ma costa caro lo stesso)

Lànciati sul nemico con ardore.
(il nostro ... è così buono ... e poi vorrei vedere chi oserebbe prendersela con un pensionato! e con un bambino? ... men che meno! ... figuriamoci con un bambino pensionato ... e che vuole la nutella! Vedremo se quando ha fatto avrà le mani sporche di cioccolata!)

Il generale esperto attacca la strategia del meno esperto. Questa è la prima cosa da fare. La seconda cosa da fare, è spezzare le alleanze del nemico.
(niente lotta per il conflitto di interessi, niente liberalizzazione delle frequenze radiotelevisive, niente riforma della giustizia, niente di niente. Questo è il problema! E invece dall'altra parte sono riusciti a dividere quanto Prodi aveva tenuto insieme)

Quando sei inferiore in tutto, se puoi ritirati.
(manco a pensarlo! ... e il nostro continua pure peggio!)

Se l’esercito è disunito e confuso, i sovrani vicini avranno terreno facile per creare turbamenti. Questo è il senso detto: “Un esercito indisciplinato ne conduce alla vittoria un altro”.
(pensava di farcela senza l'Arcobaleno e se ne è diviso, come se non fossimo nel maggioritario, così si ritrova senza sponde, anzi, l'unica sponda è proprio il "principale leader dello schieramento avverso" che lo inghiottirà come un buco nero inghiotte una cometa, facendolo sparire del tutto)

La strategia è l'arte di pensare prima della guerra, la tattica è l'arte di pensare durante la battaglia.
(avrà pensato, poi ... a qualcosa?)

...
(leggete il resto di: Sun Tzu*, L'arte della guerra in http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/tao/suntzu.pdf e fate pure confronti) Quei principi sono applicati anche dalle scuole di management.

(*) Sun Tzu, generale cinese, visse tra il VI e il V secolo a.C., contemporaneo di Confucio, di Buddha e di Talete, mentre a Roma era re Tarquinio il Superbo, che assassinò il suo predecessore e che poi venne rovesciato e cacciato dalla città morendo in esilio nel 495 a.C..
Allora Roma governava solo entro i confini dei colli romani, più o meno l'estensione della sua cultura politica di oggi, specie con Uolter. Ma già si muoveva per la conquista della penisola, come Uolter appunto, ma i celti di oggi non ci sono mica cascati.

Non sottovalutate il nostro, però. E' riuscito a demolire (ma lo era da prima per conto suo ... con calibri come Bertinotti, Pecoraro e Diliberto, e non ci volle molto) la sinistra alternativa, l'arcobaleno e a farsi terra bruciata dietro, anche se qualche transuga tronbato dagli elettori lo imbarcherà di sicuro.
Oggi è al tavolo con l'innominabile principale leader dello schieramento a noi avverso, sul quale gravita pesantemente, come le comete che spariscono nei buchi neri.
Sta battendo i pugni sul tavolo? (e quali pugni ha ...!?) Sta pranzando (leggi: poltrone) con il principale? Di fatto, con l'aiuto della porcata di Calderoli, con la spallata degli elettori, e con la sua autonomina, si è eretto a contraltare della destra, tacitando un terzo della sinistra, con la quale sarebbe potuto venire a più miti consigli invece di fare il superbo come il Tarquinio. Verrà mandato in esilio?

E che importa, il pranzo, la cena e la colazione gliela pagheremo noi con i 5216 euro al mese di pensione da parlamentare a 52 anni, e almeno per altri 50 anni, tanto il fisico non ce l'ha proprio usurato (la mente pare di si), come quell'altro migliorista dei tempi andati che gode ottima salute alla sua venerabile età sul colle quirinale dove, evidentemente, l'aria è più salubre che nelle borgate e favorisce la diuresi delle esternazioni quotidiane a base di imbonimento.

Lavorate, gente, lavorate! (ci sono anch'io) ... che questi si mangeranno pure il ciborio, non solo l'ostia!
Bah!!! Ai posteri ...

sabato 10 maggio 2008

Lettera ad un presidente mai nato

Napolitano ha un emisfero cerebrale inerte? Perchè accanto alla critica del terrorismo non si esprime anche sulle stragi? E perchè accanto a queste non esprime sdegno altrettanto forte per i danni causati alla democrazia italiana dal subdolo operare di certe persone?

Qui c'è qualcosa che non va, Presidente!
Danni alle persone e danni alla democrazia sono i risvolti di una stessa medaglia dei quali lei si dovrebbe occupare.

L'operato di tante persone nel periodo cosiddetto Mani Pulite, ed il loro riorganizzarsi in forme giudiziariamente più innocue o più blande ha fatto e continua a fare altrettanti danni che non il terrorismo e le stragi. Eppure la sensibilità di quell'emisfero cerebrale del Presidente pare non esserci. Sembra quasi che tutto passi in una specie di sordina nella quale il savoir faire sia d'obbligo, e poi non c'è un nome ben preciso con il quale etichettare quel fenomeno. Lo si inventi! Ma occorre avere ben chiaro che lasciare al solo giudizio dei tribunali una espressione di colpevolezza o innocenza, o fosse anche di dubbio, per poi dedurne quel che c'è da dedurne, appare una rinuncia della politica. Non parlo della politica come espressione di potere, che è quella che va per la maggiore oggi, ma parlo della politica come servizio alla collettività.

Se uno è sospettato di qualche cosa, perchè i compagni di partito si affrettano tanto a candidarlo? Non potrebbe aspettare, magari saltando il turno, aspettando il giudizio, e ripresentandosi quando tutto è chiarito? Un vantaggio in ciò la democrazia lo conquisterebbe: che almeno i compagni di partito o di governo di quel sospettato si affretterebbero a fare quelle riforme nel campo della giustizia che consentano ai giudici di emettere la sentenza entro un tempo ragionevole.

E invece si rema esattamente al contrario, Presidente! E lei lo sa, non è nuovo del settore. Perchè fa l'indiano? E così, pur di sottrarli alla giustizia, si candidano fior fiore di sospettati, magari in collegi sicuri, sapendo che l'immunità parlamentare li proteggerà, o che almeno potrà rallentare le indagini dei giudici. E se non bastasse, accorciamo i tempi di prescrizione! Così il giudizio va a farsi benedire. Poi si parla di pene certe! Ma per chi? Per coloro che non vengono candidati al parlamento, per coloro che non possono portarsi dietro in parlamento i propri avvocati, esperti proceduralisti sempre pronti all'emendamento salva-mentore.

Che cosa pensare di un capo di governo e di un ministro, come di tanti altri sedicenti onorevoli, anche con cariche di governo, di destra e di sinistra, che hanno le mani così impastate negli affari della Repubblica? Se chi li candida o ne consente la candidatura non ha chiaro che i rappresentanti del popolo devono essere persone di specchiata moralità allora vuol dire che neanche loro lo sono. C'è del tragico in questo comportamento. Del tragico che rivela chiaramente che la politica non è più un servizio. che tanti squattrinati, senza lavoro, senza fissa dimora (ideale), sono all'arrembaggio di un posto di qualsivoglia governo, a cominciare dai comuni e, su su, fino al Parlamento, visto come fattore di promozione patrimoniale.

E se bastasse fare un giro di giostra sarebbe già tanto. Alcuni entrano in parlamento con la cacca al culo (come diceva Louis-Ferdinande Destouches) e ne escono altrettanto con la cacca al culo, quando per l'età così avanzata non riescono più a trattenerla. Una volta alle elementari si lodava la figura di Cincinnato che passato il mandato avuto dal popolo si ritirò al suo onorevolissimo lavoro di contadino. Ma oggi è bene non farci più conto su queste cose, vero Presidente? E allora non meravigliamoci se non si può fare più conto su tante altre cose, come la lealtà verso il Popolo italiano, l'onestà, la laboriosità, la competenza. Se cade la credibilità nei singoli parlamentari, e al giorno d'oggi riguarda un'alta percentuale di essi tanto da ritenere il Parlamento intero un covo di inaffidabili, allora cadono anche altri valori.

Ma della gravità di tutto ciò, lei non sembra avvedersene. E così il danno è immenso e incalcolabile secondo il metro del "puro fatto". E così i giovani se ne vanno alla deriva di un individualismo sempre più marcato, in cerca di ciò che per essi stessi può rappresentare un escamotage utile per il vivere quotidiano, anzichè avere un progetto di vita per il futuro. E quando si dice giovani, non ci si riferisce ai ventenni di oggi, ormai, ma ai ventenni di venti anni fa, quando l'ultima onda lunga del '68, quella dell''86 (ricordate il popolo dei fax?), fu definitivamente sepolta dal craxismo e dalla corruzione eretta a sistema di potere e di governo.

Questi giovani di allora hanno oggi 40 anni, cioè allevano figli con la mentalità del precario a vita, con la mentalità dell'escamotage quotidiano, con le stesse preoccupazioni che mi racconta mio padre (classe 1924) quando, dal 1936 e fino a ben oltre la fine della guerra, la regola alzandosi al mattino era di pensare alla cena per la sera, che più oltre non si riusciva a vedere. Cioè siamo già alla seconda generazione di un sistema che ha coltivato corruzione e precarietà per molti e privilegi per pochi, secondo il detto caro alla borghesia "liberalismo per i poveri e socialismo per i ricchi".

Un intero popolo che non ha una strategia come regola di vita, un intero popolo che oltre a corruzione e precarietà vive anche l'avvilente condizione del telespettatore, ridotto ad idiota (nel senso greco vuol dire senza nessuna importanza e, dunque, che non ha diritto di voto) che fa zapping pensando che quella è la libertà di decidere che sta scritta nella costituzione (... la sovranità appartiene al popolo ...). Un intero popolo che vive anche un'altra condizione di paradossale avvilimento che è quella del consumatore, costretto a consumare dal clima del tempo senza necessità, solo per tenere in piedi il sistema (come le galline dei pollai industriali che beccano il mangime all'accendersi della luce giusta). Einaudi diceva che la straordinaria capacità dei popoli è quella del risparmiatore, cioè di farsi bastare quel che passa il convento e di vedere come impiegare il surplus per migliorare la propria condizione e quella dei figli anzichè dilapidarlo in sciocchezze.

Qui invece siamo affetti dallo strabismo più estremo. Da una parte del cervello, ci dicono i neurologi, coltiviamo gli affetti, che Napolitano ci ricorda essere la patria, la costituzione, la resistenza (quest'ultima non tanto, però), e dall'altro emisfero si coltiva la razionalità, applicata con grande metodica nel distruggere l'umanità e il senso di collettività mediante la ragione delle grandi imprese e del potere finanziario in genere. Alla faccia dell'essere garante di tutti gli Italiani!!!

Presidente, se lo vuole assumere questo compito di ridare la sovranità al popolo?
E non biasimi, poi, se il popolo prenderà a calci in bocca la classe politica (come diceva il suo predecessore Cossiga alla vigilia di Tangentopoli), non solo nelle forme costituzionalmente previste.

Nell'immagine: Berlusconi e Previti in età più giovanile; in basso Previti; a destra Napolitano.

Destra-Sinistra - Il nuovo partito del Veltrusconismo-Berlustronismo

Premessa sulla psicologia delle masse
Le Bon, Freud e altri studiosi di psicologia delle masse ad essi successivi, come ad essi precedenti, concordano sulla distinzione tra folla e massa.
La prima ha il carattere della breve durata, è dominata da sentimenti primitivi, come il più semplice entusiasmo e fino alla violenza e alla ferocia, è incapace di volontà duratura, è conservatrice in senso assoluto, ha un rispetto illimitato per la tradizione, richiede ai propri capi la forza o, addirittura, la brutalità e si pone istintivamente sotto la sua autorità spinta da un interesse estemporaneo, transitorio e viscerale.
La seconda, pur avendo molti dei caratteri della prima, ha più spiccato il senso della lunga durata, per cui talora si organizza in forme associative che possono diventare istituzioni stabili dell’intera società.
Le folle stanno alle masse – secondo Freud – come i marosi brevi ma altissimi stanno alle lunghe ondate del mare grosso.
La differenza tra folla e massa trova soluzione nell’organizzare quel qualcosa che i singoli hanno in comune e, dunque, più rilevanti sono i tratti in comune tanto più spiccato sarà il contagio reciproco, ossia una specie di costrizione di fare ciò che fanno gli altri, per cui la razionalità del singolo viene sostituita da una psiche collettiva.
Una folla disorganizzata – secondo McDougall - “è oltremodo eccitabile, impulsiva, violenta, irresoluta … facile da raggirare e da governare, priva di autocoscienza collettiva, di rispetto di sé, e di senso di responsabilità … così che tende a tutti i misfatti”.
Ad essa si contrappone una massa organizzata consistente nel prodotto di alcuni fattori, tra cui la continuità di esistenza e l’articolazione di talune posizioni assegnate a singoli (i capi) che si succedono, la coscienza che esistono formazioni collettive analoghe con le quali rivaleggiare a causa delle inevitabili diversità, le tradizioni di gruppo e le istituzioni nel frattempo formatesi che rafforzano la continuità.
In pratica, nelle masse in via di organizzazione si tende a ricostruire quelle capacità che erano proprie del singolo prima che fossero ridotte, o addirittura cancellate, dall’iniziale formarsi della psiche collettiva.
Nelle masse organizzate, ciò che tiene insieme i singoli è un doppio legame costituito da quello del capo verso i singoli e viceversa, e quello costituito dai singoli tra loro stessi. Quando crolla il legame tra il capo e il singolo crolla anche il legame tra i singoli stessi.

Considerazioni sulla disfatta
Se questa premessa sintetica può bastare, occorre fare un parallelo tra ciò che vi si dice e la doppia sconfitta elettorale delle sinistre alle recenti elezioni del 13-14 aprile scorso e le elezioni comunali di Roma (il cui ballottaggio è avvenuto il 27-28 aprile). Non è facile attribuire una patente di folla o di massa ad una delle formazioni che si contendevano i consensi elettorali, ma alcune riflessioni paiono necessarie.

Alemanno, ad esempio, ha giocato tutto il clou delle possibilità della destra sulla xenofobia, allettato in questa impresa dalla Lega che vi discorre da sempre, favorito dal rimbalzare sui media prima dell’uccisione violenta di Giovanna Reggiani nell’ottobre 2007 per mano di un romeno clandestino, poi delle violenze sulla studentessa di colore il giorno 17 aprile, cioè in piena campagna di ballottaggio, sempre ad opera di un romeno clandestino (sul fatto sta indagando la magistratura che ha secretato i verbali a causa dei sospetti che gravano sulla vicenda: l’avvocato prontamente nominato dal reo sarebbe Francesco Saverio Pettinari, un principe del Foro, dalla parcella non proprio accessibile ad un clandestino, ed altri sospetti, vedi blog: http://wildgretapolitics.wordpress.com/2008/04/26/la-storta-aggressione-studentessa-molti-dubbi-atti-secretati/#comment-267 ). E, comunque vada la faccenda giudiziaria, rimane questo calcare abnorme della mano di Alemanno sul romeno delinquente, principale argomentazione dei suoi interventi nelle borgate romane.

Su Rutelli, e su Veltroni che lo ha preceduto da sindaco, pesano invece le accuse di essere immischiati nei loschi affari del PRG di Roma, magari non necessariamente per vantaggi diretti e personali ma, in ogni caso, per affari di bottega, i quali servono a mantenersi e a far carriera e, dunque, ... gira gira ma alla fine servono anche per fini personali, come le tangenti riscosse dai partiti, anche se le si chiama contributi elettorali, almeno quando sono superiori a 50 euro (limite che una circolare del Ministero delle finanze fissa per i regali dei professionisti ai propri clienti).

La trasmissione Report di RAI3 del 4 maggio ne ha messo in luce alcuni aspetti ad elezioni ultimate che, tuttavia, girano sui blog da diversi mesi ed anni, quindi ben prima della campagna elettorale. E’ evidente che l’appeal della sinistra di Rutelli non ha avuto alcuna fortuna ed i romani si sono girati dall’altra parte, fatto questo che rappresenta una sorpresa dal momento che al primo scrutinio aveva ben il 5% in più di voti di Alemanno.

Su Veltroni non pare il caso di dilungarmi dal momento che di analisi dell’insuccesso ce ne sono a migliaia sul web e cominciano ad esserci analisi anche sulle riviste politiche della sinistra.
Di fatto, interpretando il tracollo con il senno della nota psicologica di cui sopra, occorre dire che, essendo venuta meno la fiducia nel capo (del PD, in questo caso), non solo da parte dei cittadini incerti, ma anche da tanti della sinistra, si sono dissolti anche i legami di partito, o di area, o di cultura della sinistra che reggevano anche i rapporti tra i singoli e lo si è visto nella corsa all’attribuzione puntigliosa, quanto irrazionale, delle responsabilità, quando sarebbe stata opportuna un’analisi del da farsi anche se accompagnata dalla riflessione delle vicende disastrose appena vissute.

E su questo nervosismo pesa, però, e irrimediabilmente, l’accusa di stantio della dirigenza autonominatasi a capo del PD, Veltroni in testa, e perfino nel governo ombra (... che ha vinto le elezioni ombra, però! ... sic!!!), il tutto reso possibile, e abbondantemente condito a guazzo dal nostro, mediante la porcata di Calderoli.

Una traccia per il futuro (che il PD di Veltroni & C. eviterà con molta cura)
... (stiamo lavorando per voi)

Nell'immagine sopra: quattro elaborazioni che testimoniano il mio amore per il capo (il principale leader dello schieramento a noi avverso, salvo tutti gli altri).
Nell'immagine sotto: Rutelli che centra il bersaglio.

giovedì 8 maggio 2008

Giornale e Mattone

Non è confortante la situazione della speculazione fondiaria ed edilizia di Roma dopo 15 anni di giunte di centro-sinistra, cioè di Rutelli, sindaco dal 1993 al 2003, e di Veltroni, sindaco dal 2003 al 2008. Giunte e governi che vengono da una lunga storia che si era caratterizza per la lotta delle classi meno abbienti contro il potere di pochi soggetti forti e alle quali pure i nostri due sindaci pare si volessero riferire nelle due campagne elettorali appeno concluse, quella politica del 13-14 aprile e quella comunale di Roma. Sorprende il fatto però che, almeno nei media nazionali, il tema del PRG non fosse minimamente trattato, al pari di un tabù di famiglia.

Molti tratti di queste vicende di oggi ricordano la speculazione selvaggia che ci fu negli anni dell'unità d'Italia, e specialmente dal 1860 alla prima guerra mondiale, come riportati con dovizia di notizie e cartine nel libro di Italo Insolera Roma moderna. Un secolo di storia urbanistica, 1870-1970, edito dalla Einaudi, che consiglierei soprattutto ai giovani e, in particolar modo, agli studenti di architettura.

La rete è piena di blog e di forum che trattano la questione e, per avere un'idea, basta inserire in Google o Yahoo il nome di uno dei seguenti costruttori: Caltagirone, Toti, Bonifaci, Armellini, Ligresti, Mezzaroma, Marchini (che poi si spartiscono da soli la quasi totalità delle rendite) ed il nome Morassut, assessore all'urbanistica con Veltroni. Oppure inserire il nome di quest'ultimo e il nome di una delle località di Roma interessate alla speculazione: Bufalotta, Anagnina, Romanina, Acilia, Madonnetta, Tor Pagnotta, Ponte di Nona, Tor Vergata, Fiera di Roma, Appia Antica, ecc.. D'altronde la trasmissione Report di RAI3 del 4 maggio scorso ha illustrato alcune situazioni "delicate" e la si può vedere per intero oppure leggerne il testo integrale nel sito http://www.report.rai.it/ con il titolo I re di Roma.

Se consideriamo anche le notizie riportate da Il Sole-24 Ore, e quanto contenuto nel sito http://praticomondo.myblog.it/archive/2007/07/31/veltroni-si-prende-a-mattonate-l-unita.html , dai quali si associa il salvataggio de L'Unità alla generosità dei fratelli Toti (titolari della Lamaro Appalti) per salvare il giornale dallo sfascio causato dalla montagna di debiti accumulati quando Veltroni ne era direttore, e si sà ... i costruttori non sono proprio dei soggetti caritatevoli, possiamo renderci conto dell'intreccio perverso politica-affari che regna nella capitale da un pò di tempo. E, secondo il detto Capitale corrotta-nazione infetta, si constata che purtroppo tale intreccio esiste anche nelle città di provincia e perfino nei più piccoli comuni di montagna del nostro Paese.
D'altronde ci viene in soccorso di questa tesi dell'intreccio anche un altro detto popolare e cioè che chi ha i soldi comanda o, come ha detto Marx, che la struttura della società è solo quella produttiva, mentre la politica, la religione e la cultura non sono che la sovrastruttura di quella società, non nel senso gerarchico che sta sopra alla struttura, che in un certo qual senso ne orienta le mosse, ma nel senso che è palesemente ininfluente alla struttura stessa e che, anzi, è determinata dalla struttura produttiva e, in questo senso, è ad essa funzionale dal punto di vista del controllo sociale. Poi vi sono le infrastrutture che consentono a quella struttura di funzionare materialmente.
E tutto ciò viene accuratamente nascosto dai politici che vorrebbero far credere che le loro scelte sono maturate nell'ambito dei partiti e delle assemblee con i cittadini, mediante la discussione democratica, mentre sono essi stessi al soldo di chi gli ha dato i fondi per la campagna elettorale. D'altra parte non potremmo credere che un Rutelli, per quanto ricco di suo, o un Veltroni, come anche un La Russa o un Tremonti, beninteso, siano disposti a impiegare i beni personali o di famiglia in una campagna elettorale per sostenere una tesi, che so ... ad esempio la lotta alla speculazione edilizia che sconvolge le nostre città e che è fonte di ambienti degradati e degradanti dai quali nascono il disagio sociale e perfino la delinquenza. Nè potremmo credere che siano sufficienti per quella campagna elettorale gli spiccioli raccolti come donazioni da singoli cittadini alle varie feste di partito.
E i soldi "donati" dai potenti di turno ai partiti o a suoi esponenti sono delle cambiali un pò strane che, nel mentre dovranno essere onorate nel corso del mandato, lo dovranno essere con due zeri appiccicati in fondo, cioè lo dovranno essere moltiplicate per cento volte. E a chi vorrebbe far credere quel costruttore intervistato nella trasmissione di Report citata sopra che lui ha finanziato quasi tutti i partiti per far sviluppare il processo democratico? Ce n'è di ridicolo in certe affermazioni!!!

Se aggiungiamo che alle recenti elezioni comunali di Roma Alemanno ha fatto leva furbescamente sullo spitito delle masse, come lo chiama Le Bon, possiamo capire perchè la sconfitta di Rutelli è stata clamorosa.

(L'immagine è tratta dalla copertina de L'Espresso del 2 maggio 2008)