sabato 27 settembre 2008

Quanti furbi ...

Non ho parole ...
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martedì 16 settembre 2008

Lettera aperta ad ogni Italiano - Riflessioni sull'anti-fascismo

All' Autore della lettera,
Ho capito che non ti piace l'antifascismo (forse non ti piace nemmeno l'anticomunismo, suppungo). Ma che cos'è che ti piace?
Non a te personalmente, ma al tuo movimento in genere. Cosa vorreste fare della società italiana? Come vedete la vita, l'economia, la cultura?
Io non griderei "al fascista" appena uno dissente come te dal catechismo di regime. Ma non basta dire "questo no, e quest'altro neppure". Bisognerà anche avere un'idea concreta sul da farsi, altrimenti bastavano i Verdi a dire no a tutto.
Non sono domande da poco per mettere una pietra sopra ai rancori del Ventennio e del sessantennio successivo. Finora lo sdoganamento di Fini è andato quasi bene. Speravo che proseguisse la distensione. Magari fregandosene di quattro sciamannati che la storia la vedono a senso unico (quattro sciamannati di qua, naturalmente, e quattro sciamannati di là, che mi sembrano le comari di un condominio forzoso).
Se non mi rispondi a sproloqui te ne sono grato.
Cordialità
Pacoloio
http://pacoloio.blogspot.com/

mercoledì 3 settembre 2008

Pasti a 3 euro: buon appetito!

Che il sindacato non brillasse in tutela del lavoratore lo si è capito da un pezzo, almeno da dopo Di Vittorio e Brodolini, ma che fosse letteralmente imbecille (dal latino: sine baculum, che vuol dire senza bastone, ovvero un cieco senza bastone che, dunque, brancola nel buio) lo si capisce ogni giorno che passa e nel mentre che si erge alla suprema difesa dei diritti dei lavoratori.

Un impiegato di Poste Italiane, infatti, cui gli si riconosca il diritto all'indennità di mensa per il turno che svolge, dovrebbe pranzare con 3 euro, tanto è il controvalore del buono pasto che l'azienda distribuisce ai propri dipendenti impegnati in turni che prevedano l'orario di lavoro concomitante a quello del pranzo di un comune mortale, all'incirca dalle 13 alle 14.

Come se non bastasse, il retro del buono pasto contiene l'indicazione che esso "non è cumulabile", evidentemente, con altro buono pasto, per raggiungere - che sò! - la strabiliante somma di 6 euro, o di 9 euro, mediante i quali si potrebbe godere di un pasto assolutamente abnorme e, dunque, deleterio per l'efficienza lavorativa del dipendente che, poi, c'è il rischio che si addormenti sul luogo di lavoro a causa di difficoltà digestive per il troppo mangiare. Meglio, dunque, praticare le più efficienti misure di sicurezza sul lavoro, tenendo il dipendente quasi a digiuno (cosa si può mangiare con 3 euro?), così si evitano rischi per la sicurezza.

L'idea, per la verità, non è nuova, se è vero, come è vero, che anche Napoleone, nella campagna d'Italia, teneva i soldati della sua armata raccogliticcia a digiuno fin da due giorni prima delle battaglie importanti, con lo scopo di renderli più determinati nell'assalto del nemico.

E tanto deve aver pensato anche Poste Italiane, con il fido consenso del sindacato.

lunedì 1 settembre 2008

Pillole di Eraclito

- all'oro, gli asini preferiscono lo strame (42)

- lo stupido è solito trasalire per ogni parola di verità (43)

- i porci godono del fango più che dell'acqua pura (48)

- contro il desiderio è difficile combattere: a prezzo dell'anima acquista ciò che vuole (56)

- i confini dell'anima, per quanto lontano tu vada, non li scoprirai, neanche se percorri tutte le vie: così abissalmente si dispiega (108)

- interrogai me stesso (124)

- nulla è permanente come il cambiamento
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Dai frammenti Dell'origine composto nel 479 circa a.C. da Eraclito (535-475 a.C.). Edito da Feltrinelli, 1993 (terza edizione 2007).
L'immagine lo rappresenta ne La Scuola di Atene, affresco realizzato nel 1509-11 da Raffaello Sanzio (1483-1520), Stanza della Segnatura, Palazzi vaticani.