lunedì 23 settembre 2013

Agenzia delle entrate (versus lo Stato) assassina

Immagine ripresa da www.fanpage.it/
Mi giunge notizia che un mio conoscente ha venduto per la cifra x un terreno in zona montana (senza che parte della riscossione sia avvenuta in nero, cioè in completa trasparenza). L'Agenzia delle entrate (o Equitalia, non sò) ha mandato una multa di 15.000 euro al compratore perché, secondo loro, ci dovrebbe essere stato un pagamento in nero dal momento che non sono stati rispettati i parametri relativi ai valori immobiliari stabiliti per legge. Per di più, se il compratore non paga entro un certo tempo, il pagamento della multa sarà preteso a carico del venditore che viene, per legge, ritenuto responsabile "in solido" (cioè: se non paga l'uno, allora paga l'altro).

Fin qui tutto giusto, secondo legge!

Ma l'Agenzia delle entrate, o lo Stato, questi sì che sono da ritenersi operanti "in solido", si è accorta che i valori immobiliari sono in calo da almeno 5-6 anni, e che ad ora la stima più probabile si aggira su una diminuzione del 30-40%? E che il numero delle compravendite è calato del 50%?
No ! L'Agenzia delle entrate è cieca. Non vede, non sente e non parla. In particolare, non parla con lo Stato per riferirgli quanto avviene, e lui si guarda bene dal vedere queste diminuzioni di valori immobiliari (forse non ne ha i mezzi?), mentre ci fa due palle così ... con altri indicatori economici che ci stanno col fiato sul collo per satollare la finanza internazionale.
Uno che opera così, in altro ambito, si chiama "strozzino", nel senso che ti strozza al collo e ti fa soffocare letteralmente, come nelle zone delle varie mafie italiane.
E uno che ti strozza, nel dizionario è indicato come assassino (non certo come "stato di diritto").
A trovarsi in una situazione come il mio conoscente c'è da avere paura, o c'è da "incazzarsi" fino al paradosso di non essere più cittadino di questo Stato Italiano, ma di diventare un alieno di questo stato, e di riversarsi su quel fronte che lo combatte.

Resta da decidere, in piena coscienza di ciascuno, se con mezzi leciti (ad esempio, un partito o movimento politico o di protesta) o con mezzi illeciti (aderendo a qualche formazione clandestina terroristica).
E ciò con buona pace di quanti si siano scagliati contro le parole di Stefano Rodotà che, a me pare, abbia voluto dire che c'è qualcosa di comprensibile nel le parole degli ex-brigatisti in carcere (qui il testo completo del 13-09-2013) che hanno sollecitato i Valsusini alla lotta contro il TAV.
Insomma, l'esasperazione di tanta parte della nostra società è al culmine, e un indizio lo si trova sia nei sempre più frequenti movimenti di protesta sia nei cosiddetti "suicidi" di imprenditori e lavoratori che si sentono disonorati da questo Stato nei confronti dei loro amici e conoscenti.
Ma perché mai - dovrebbero dire costoro - ci devo rimettere io le penne? E di fronte alle intimazioni dell'Agenzia delle entrate, potrebbero optare per una lotta che un certo senso comune ha bollato come "illecita".
E se lo Stato non li sta a sentire, allora non ci si meravigli che anche al giurista Rodotà (come a me) scappi una locuzione paradossale - ma non tanto - di "comprensibilità".

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