giovedì 12 dicembre 2013

Lettera aperta sul '68 e sul 2013


Il 10 dicembre scorso ho scritto questa nota su FaceBook ad un mio ex studente (che non voglio rivelare per riservatezza, più sua che mia).
<<Vedi che ora la faccenda della protesta è colma. In tutta Italia si protesta per strada e non più solo su facebook. Ci sono molte analogie con la situazione economica e sociale dei primissimi anni '70 (dopo il '68). Disoccupazione al 13-14% che tra i giovani arriva al 40% (come allora). Prospettive zero (come allora). Crisi economica: oggi per la globalizzazione e l'Europa che ci strozza. Allora per la crisi del petrolio, la prima nel 1973, poi 1975 e 1979. Gli studenti, specie universitari (e comunque, in quella fascia di età) si collegano con la gente comune che protesta (allora si parlava di classe operaia e proletaria, ma non è cambiato un fico secco). Qualche poliziotto alle manifestazioni si mette dalla parte dei manifestanti (come allora). I partiti si fanno i cazzi loro (come allora), ecc. ecc.. Ti lamentavi dei giovani della tua generazione, ma ora si sono svegliati anche loro. Non c'è alternativa: se state a casa a spugnettare col PC, non si muove niente. E vi asfalteranno per altri 30 anni. Partecipate alle riunioni dei comitati e associazioni contro la crisi e il malgoverno. Ai miei tempi si parlava dell'europa unita come di un miraggio. Oggi che è fatta, ci si accorge che serve solo per inchiappettare tutti. Capisci? Ciao>>.

Ci sarebbe da specificare meglio quanto detto sopra, ad esempio la posizione di Pasolini sui poliziotti,  ma a buon intenditor poche parole
Ora aggiungo altre tre analogie che ho ripescato nella memoria.1) Allora, in Italia, tutto scoppiò nell'autunno caldo, che non è stato nel 1968 (quello era il maggio francese) ma nel 1969, e approssimativamente proprio in questi mesi di tardo autunno .Chissà! Il freddo abbinato alla fame, dopo qualche insolazione estiva vacanziera e rilassante, deve portare un certo risveglio cruento nei nostri corpi!
2) Il Partito Democratico è fatto sempre più scherno di ostilità da parte dei manifestanti di oggi, come allora il Partito Comunista (P.C.I.) (suo diretto erede, almeno per la parte economico-finanziaria, anche se non in toto per la parte ideologica che, però, non conta niente o quasi) veniva visto dai gruppi cosiddetti "extraparlamentari" come la stampella del regime demosristiano corrotto e affarista.
3) Il Presidente della Repubblica ha del losco nel suo fare odierno e anche nel suo passato (qualcosa ho già detto, tra l'altro, anche qui e qui). 
Ricordo quanto ha detto il giornalista Ferruccio Pinotti (autore del libro Napolitano ..., Editore Chiare Lettere) nel corso della trasmissione "La Gabbia" di Gianluigi Paragone del giorno 4 dicembre scorso, che potete riascoltare qui, facendo scorrere il cursore approssimativamente fino a 1h26', e per la durata di circa 4-5 minuti), secondo il quale Napolitano è massone da vecchia data e figlio di massone, e allievo politico di Giorgio Amendola (parlamentare PCI), massone anche lui e figlio di massone, etichettato nella "corrente migliorista" del PCI, quella della razionalizzazione del sistema economico capitalistico anziché della sua lotta. Da ciò discendono incertezze (sic!) sulla sua specchiatezza istituzionale.
L'analogia di Napolitano, inoltre, e per altri versi, può essere anche con Giovanni Leone, l'Antelope Cobbler degli anni '70, in codice, il traffichino degli aerei Lockheed americani. D'altronde Re Giorgio ha sostenuto recentemente che l'acquisto dei nuovi cacciabombardieri americani in programma non può essere disdettato dal parlamento italiano perché risponde ad accordi internazionali (non ben precisati né chiari) che non sono competenza del parlamento stesso.

Manca ancora una circostanza per rendere più calzante l'analogia tra il post '68 e la situazione di queste settimene: è cioè il terrorismo nero (che però è alle porte), con le stragi di stato (quelle su cui Napolitano non ha niente da dire - bontà sua! - e per questo non andrà a testimoniare al processo di Palermo) e la strategia della tensione. Cosa potremo aspettarci nei prossimi mesi dai servizi segreti italiani deviati? E deviati da chi? Dalla CIA americana? Ci sarà qualche fatto "eclatante", orchestrato non si sa da chi, che dia una svolta autoritaria alla reazione poliziesca di piazza? 

Da qui a sostenere che il naturale sviluppo futuro della protesta sociale attuale sia quella del post '68 ce ne vuole, ma gli elementi ci sono tutti. Soprattutto l'incazzatura della gente e, soprattutto, di quella comune.
E pensare che le nazioni si sono formate storicamente per l'unità di popolo e territorio, e non certo per l'unità di territorio e parlamento. E se "la sovranità appartiene al popolo", come detto nella Costituzione, perché dovremmo ancora farci scippare questo ruolo da una classe politica inetta e opportinista? In fondo, essa esiste per delega, cioè è un derivato del popolo, e non un antecedente, e il popolo stesso ha il diritto di legittimarla o mandarla a casa (elezioni o non elezioni, che sono sempre pilotate fin dai tempi di Platone). 
Ma si sa! E' facile fare la voce grossa contro i manifestanti (come fa il ministro dell'interno Angelino Alfano in questi giorni) con la scusa di voler difendere gli interessi della gente, come se, potendolo fare, quella gente, che non manifesta ancora, non manifesterebbe anche lei, e forse in modi ben più feroci (secondo Le Bon in Psicologia delle folle).